La moda dell’efficienza - Il rischio di un intervento inutile
- bottinosrl
- 4 lug
- Tempo di lettura: 1 min
Oggi basta pronunciare la parola sostenibilità per sentirsi a posto con la coscienza. Ma avere un’abitazione efficiente o un processo produttivo sostenibile non dovrebbe essere solo una questione di moda.
Viviamo in un’epoca in cui è facile cadere nella trappola del “lo fanno tutti, quindi lo faccio anch’io”.
Mi viene in mente il fenomeno del Superbonus: una corsa collettiva all'incentivo, spesso senza considerare se l'intervento fosse davvero utile o adeguato alle proprie esigenze.
L'effetto FOMO (Fear of Missing Out) ha spinto molti a dire “sì” a qualunque proposta pur di non perdere un’opportunità…
La stessa dinamica si ripete con l’intelligenza artificiale: adottarla senza sapere come integrarla nei processi aziendali rischia di trasformarla da risorsa a problema.
Lo stesso vale per l’efficientamento energetico: installare un impianto fotovoltaico può essere un’ottima idea, ma ha senso in ogni contesto?
Proprio come nel business, dove ho imparato a partire dalle esigenze e dall’analisi dei processi interni, anche nel campo della sostenibilità la prima domanda dovrebbe essere: “Qual è il mio reale bisogno?”
Questo accade quando ci si lascia condizionare dalle circostanze anziché ragionare sulle proprie necessità.
Il REN (Reddito Energetico Nazionale) ne è un esempio lampante: nato per aiutare chi ha un reddito basso, si sta trasformando in un nuovo Superbonus, con materiali scadenti e logiche di marginalità che penalizzano la qualità.
Senza fare il bacchettone, non basta scegliere un intervento solo perché è “di tendenza” o incentivato.
È importante distinguere tra quello che sembra giusto e quello che è davvero giusto, perché senza una guida, anche la tecnologia più potente – anche se gratuita – rischia di diventare solo un altro strumento sprecato.
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